mercoledì 14 settembre 2011

- NAPOLI SOTTERRANEA -


Napoli sotterranea


Accesso da Piazza San Gaetano
Napoli sotterranea è un complesso di cunicoli e cavità scavate nel tufo poste nel sottosuolo di Napoli; vi si trovano soprattutto innumerevoli forme di ambienti ed architetture classiche, greche e romane.

Indice

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[modifica]Introduzione

Cresciuta sul tufo, sulla pozzolana e sulle rocce generate dalle antiche eruzioni del vulcanismo dei Campi FlegreiNapoli ha sempre sfruttato la pietra dei suoi colli e del fondo delle sue valli per crescere verso l'alto.
Nei vicoli stretti del centro storico, nati sulle direzioni delle antiche vie della città romana, i palazzi si stringono tra loro, e si uniscono, utilizzando tutto lo spazio disponibile. Il cuore di Napoli, traS.Biagio dei Librai e Piazza San Gaetano, affonda le radici in un passato lontano, fatto dei resti della città, cancellate dallo scorrere dei tempi.
Dieci, venti, trenta metri più in basso; una visita dei sotterranei offre spunti ed elementi per capire come si è evoluta Napoli, e come il lavorìo nascosto di generazioni di napoletani abbia reso possibile lo sviluppo della città, così come oggi la conosciamo.
Per un visitatore di oggi, non è facile orientarsi nel dedalo dei sotterranei che si stendono sotto quasi tutta la superficie cittadina.
Eccezionale testimonianza archeologica, il sottosuolo di Napoli è diventato negli ultimi anni, grazie all'impegno di un gruppo di appassionati ricercatori, una meta turistica di fama internazionale. Il percorso delle visite guidate, dopo aver attraversato sale e percorso gallerie di epoche differenti, giunge all'acqua, il cui sfruttamento e trasporto furono gli elementi decisivi per la nascita del sotterraneo.

[modifica]Storia

[modifica]Le origini

I primi manufatti di scavi sotterranei risalgono a circa 5000 anni fa, quasi alla fine dell'era preistorica. Successivamente, nel III secolo a.C., i Greci aprirono le prime cave sotterranee per ricavare i blocchi di tufo necessari alle mura e ai templi della loro Neapolis e scavarono numerosi ambienti per creare una serie di ipogei funerari. È il caso, per esempio, della cava greca che lo speleologo Enzo Albertiniriportò alla luce, a circa 40 metri di profondità al di sotto del cimitero di Santa Maria del Pianto. Ma lo sviluppo imponente del reticolo dei sotterranei iniziò in epoca romana.
Scorcio di Napoli Sotterranea
Mai abbandonati e dimenticati, i primi acquedotti delle origini sono stati utilizzati nuovamente, cambiati, allargati, e adattati a nuovi usi. Sulle pareti di tufo, è possibile leggere ancora i segni dei picconi, e del lungo lavoro svolto dall'uomo nel sottosuolo.

[modifica]Sotto l'egida di Roma

Grandi ingegneri ed urbanisti, i romani in epoca augustea dotarono la città di gallerie viarie (grotta di Cocceio e grotta di Seiano) e soprattutto di una rete di acquedotti complessa, alimentata da condotti sotterranei provenienti dalle sorgenti del Serino, a 70 km di distanza dal centro di Napoli. Altri rami dell'acquedotto di età augustea arrivarono fino a Miseno, per alimentare la Piscina Mirabilis, che fu la riserva d'acqua della flotta romana.
Larghi quel poco che permetteva il passaggio di un uomo, i cunicoli dell'acquedotto si diramano spesso in tutte le direzioni, con lo scopo di alimentare fontane ed abitazioni situate in diverse aree della città superiore. A tratti, sulle pareti, si notano ancora tracce dell'intonaco idraulico, utilizzato dagli ingegneri dell'antichità per impermeabilizzare le gallerie.

[modifica]Il Carmignano

Agli inizi del 1600 il vecchio acquedotto e le moltissime cisterne pluviali non riuscivano più a soddisfare il bisogno d'acqua di una città ormai parecchio estesa e fu così che il facoltoso nobile napoletano Cesare Carmignano costruì un nuovo acquedotto.
Fu solo agli inizi del 1900 che si smise di scavare nel sottosuolo per l'approvvigionamento idrico e si abbandonò una rete di cunicoli e cisterne di oltre 2 000 000 m2, diffusa per tutta la città.
Al giorno d'oggi vi sono diversi percorsi per poter accedere a questa città "parallela", ancora non completamente conosciuta; tutti inquietanti ed al tempo stesso affascinanti. Ci si alterna tra cisterne e cave, cunicoli e pozzi, resti del periodo greco-romano e catacombe, ed i passaggi che collegano svariati punti della città anche distanti chilometri sono innumerevoli.

[modifica]Nel secondo conflitto mondiale

I sotterranei cambiarono il loro volto, furono illuminati e divennero (a causa delle bombe che cadevano in superficie) ancora una volta parte integrante della vita della città. Resti di arredi, tracce di vita di cinquant'anni fa ci aiutano a capire come a Napoli, più che in ogni altra città d'Italia, il mondo sotterraneo sia sempre stato parte della vita quotidiana, nella buona come nella cattiva sorte.
Frequentati ed abitati per secoli, i sotterranei di Napoli non sono però completamente conosciuti. Come per ogni topografia sotterranea, anche nel caso dei cunicoli partenopei è stata necessaria la presenza di un gruppo di esploratori. Partendo dai pozzi e dai varchi che si aprono in superficie, speleologi napoletani esplorano da più di un decennio il sottosuolo della città. La nuova disciplina della speleologia urbana, nata all'ombra del Vesuvio, ha oramai conquistato i suoi adepti in ogni città storica del paese.
Il compito di progettare il futuro in un momento che appare molto favorevole alla rinascita di Napoli, non potrà ignorare quindi gli ipogei, da cui 23 secoli fa la città è nata.

[modifica]Via Sant'Anna di Palazzo

Accesso da Via S.Anna di Palazzo
L'Associazione LAES ha recuperato una struttura in vicinanza dei Quartieri Spagnoli, via S.Anna di Palazzo, dove dopo essere scesi per circa 40 metri di profondità si arriva ad un rifugio di circa 3200 metri quadrati, utilizzato soprattutto durante il secondo conflitto bellico, che riparava oltre 4000 persone.
L'impianto elettrico dell'epoca, bagni "adattati" (le vecchie cisterne sono dovute diventare un ricovero), sono da evidenziare svariati graffiti che portano la testimonianza della vita passata nei rifugi durante il triste periodo. Alcuni ritraenti i capi di stato dell'asse Berlino-Roma-Tokio, altri con donne dell'epoca, soldati, aerei, campi e schemi calcistici, oltre a racconti ed aneddoti di persone realmente vissute (gli "sposi" nel rifugio, la signora Carmela Montagna, etc.) contribuiscono a rendere la visita colorata e pittoresca.

[modifica]Piazza San Gaetano

Nei pressi della Basilica di San Paolo Maggiore, in Piazza San Gaetano, una discesa di 140 gradini e 40 metri sotto al manto stradale portano ad una escursione nel sottosuolo che mette insieme il dramma dell'ultimo conflitto mondiale, andando a ritroso fino allo splendore dell'antichità romana.
Infatti, è romano l'antico acquedotto che, prelevando l'acqua dalle sorgenti del Serino, mediante una fitta rete di cisterne e cunicoli ricavati nel tufo riesce a distribuire l'acqua in maniera capillare in tutta la città, portandola ad ogni palazzo sovrastante.
Cunicoli che a stento consentono il passaggio di una persona, regalano l'emozione e la suggestione dall'essere attraversati, a tratti, illuminati unicamente dalla luce delle candele.
Contestualmente alla visita a questa parte della Napoli sotterranea, è possibile andare alla scoperta pure di un antico teatro greco - romano (IV secolo a.C. - II secolo d.C.).
Publio Papinio Stazio in una lettera alla moglie esalta i templi e una grande piazza porticata (forse l'area del Foro) e fa riferimento a due grandi teatri nella città, quello all'aperto e quello coperto, ubicati nella parte superiore del Foro, alle spalle dell'area sacra del tempio dei Dioscuri.
Perfino Nerone volle esibirsi qui, presentando le opere da lui composte nella città, l'unica rimasta di lingua e cultura greca. Si racconta che assoldò spettatori compiacenti tra la plebe per farsi applaudire e che nemmeno un terremoto interruppe il suo canto.
A testimoniare tuttora la presenza del teatro sono due massicce arcate, presenti in via Anticaglia, che in epoca romana erano strutture di rinforzo dell'esterno del teatro e ora appaiono inglobate negli edifici esistenti. È inoltre possibile entrare nei resti delle sue fondazioni attraverso una botola nascosta sotto il letto di un tipico basso napoletano: aiutati dalla propria immaginazione e dalle spiegazioni della guida, si può comprendere la grandezza di questo teatro, tra i più importanti e ampi del tempo.

[modifica]Galleria immagini di Napoli sotterranea

[modifica]Tunnel Borbonico

Verso la fine del 2008, è stato riscoperto un altro importante percorso sotterraneo; questo, risalente alla prima metà del XIX secolo, è senza dubbio il più recente della città.
Nell'Ottocento, i Borbone fecero creare questo lungo tratto sotterraneo che collega piazza del Plebiscito a piazza della Vittoria, affinché costituisse una possibile via di fuga (via mare) per la famiglia reale e per raggiungere facilmente la Caserma Vittoria di via Morelli. Il percorso, nel secolo successivo, fu abbandonato, per poi essere riusato come rifugio antiaereo nella seconda guerra mondiale; in seguito, diventò un vero e proprio deposito di vecchie auto.
Oggi la struttura, dopo i recenti lavori di restauro, è aperta al pubblico. Gli ambienti sommersi da vari metri di detriti di vario genere, sono ritornati allo stato originario divenendo una rilevante attrazione turistica della città. Il luogo è dotato di una scenografica illuminazione e, tra gli altri interventi, vi è soprattutto quello del restauro e dell'esposizione delle auto d'epoca ritrovate sul luogo e degli ulteriori ritrovamenti di rilievo: come ad esempio il monumento dedicato al fascista Aurelio Padovani inaugurato a Napoli nella piazza Santa Maria Degli Angeli a Pizzofalcone nel 1934. Fu progettato daMarcello Canino e scolpito da Carlo de Veroli, con la collaborazione di Guglielmo Roherssen, e in quel momento la piazza cambiò nome e prese quello del comandante fascista. La piazza mantenne il nuovo nome, e l’imponente monumento, per una decina d’anni. Nel dopoguerra la voglia di cancellare ogni simbolo dell’odioso regime, portò alla rimozione delle statue, e alla restituzione dell’antica toponomastica. Nel mese di Marzo del 2010 i resti del monumento sono stati ritrovati proprio nel tunnel borbonico, sepolte sotto cumuli di macerie. L'ingresso del Tunnel Borbonico, si trova nei pressi diPiazza del Plebiscito, poche decine di metri sopra il Palazzo della Prefettura di Napoli.

[modifica]Voci correlate

[modifica]Altri progetti

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